Cardiopatie, allarme dei medici: “Troppi ragazzi abbandonano le cure”
LA STAMPA – TORINO
ALESSANDRO MONDO
TORINO
Superati i sedici anni, i ragazzi affetti da cardiopatie congenite escono per limiti di età dalle strutture pediatriche specialistiche che li hanno assistiti dalla nascita ma il 50% di loro non si affida ai Centri per i cardiopatici congeniti adulti disponibili sul territorio. Risultato: abbandonano le cure specialistiche, correndo gravi rischi per la loro salute. Si ha notizia di loro raramente, in genere quando – a seguito di un grave problema di cuore (sono soggetti a scompenso cardiaco dieci volte di più delle altre persone -, approdano al pronto soccorso: così il 70% di questi giovani. Qui vengono visitati da cardiologi non specializzati, ricoverati e sovente sottoposti ad esami strumentali inutili oppure che hanno già eseguito. Per rendere l’idea, si stima che ogni anno in Piemonte si aggiungono 200 adolescenti agli oltre 10 mila malati di cardiopatie congenite.
L’appello
Da qui l’allarme lanciato dal Centro Cardiopatie Congenite dell’adulto dell’ospedale Regina Margherita di Torino. «È fondamentale recarsi in una struttura specialistica come la nostra e sottoporsi ad un monitoraggio costante – spiega la dottoressa Gabriella Agnoletti, responsabile di Cardiologia Pediatrica e del Centro Cardiopatie Congenite dell’adulto dell’Infantile -. In questo modo è possibile migliorare la qualità di vita di tutti questi bambini diventati adulti e di allungarla di 20 anni a chi di loro sviluppa complicanze gravi, come l’ipertensione polmonare. Si tratta di una patologia che può colpire tutti questi pazienti, anche se interessa a livello nazionale il 6%-10% dei malati: il 4% al Regina Margherita. Se non vengono trattati correttamente e tempestivamente i cardiopatici congeniti affetti da ipertensione polmonare hanno un’aspettativa di vita di 40 anni, se invece sono sottoposti a terapie specifiche e puntuali, di 60-70 anni».
Registro ad hoc
Il miglioramento di qualità e aspettativa di vita di questi pazienti è possibile nel centro specialistico del Regina grazie ad un team multidisciplinare di medici specialisti, infermieri ed operatori sanitari, e al supporto del Registro regionale delle Cardiopatie Congenite, il primo in Italia, elaborato proprio nel Centro del nosocomio torinese. “Sono oltre mille i pazienti inseriti nel Registro che abbiamo attivato tre anni fa” – prosegue la dottoressa Agnoletti – “serve per garantire diagnosi precoci e trattamenti puntuali, che nei Centri cardiologici normali non ricevono e tantomeno al Pronto Soccorso”. Il Registro Pazienti della Regione Piemonte è un modello utilizzabile in altre realtà. L’ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ha in progetto di realizzare un Registro Nazionale. E’ già disponibile, invece, il Registro europeo.
Il capitolo del parto
Restando in tema, Torino vanta la prima clinica italiana dedicata al parto di ragazze con difetti cardiaci alla nascita, istituita grazie ad una collaborazione tra gli ospedali Regina Margherita e Sant’Anna di Torino. “In cinque anni nell’ambulatorio dedicato sono stati effettuati 500 parti, 100 all’anno, tutti naturali e nessun cesareo” – aggiunge Agnoletti -. A conferma dell’abuso nel nostro Paese di una procedura che qui non abbiamo mai utilizzato, malgrado trattiamo gravidanze difficili. Siamo in grado di seguire con successo anche le gravidanze di ragazze affette da Ipertensione Polmonare».
I numeri delle cardiopatie
In Piemonte si stima siano oltre 10 mila i cittadini adulti affetti da Cardiopatie Congenite, circa 100 mila in Italia. Ogni anno ci sono 2 mila nuovi cardiopatici congeniti adulti nel nostro Paese, di cui oltre 200 solo nella nostra regione. In Europa i pazienti sono 1.8 milioni, con una previsione dell’aumento del 5% nei prossimi 15 anni. Come spiegano dal Regina, i pazienti adulti in Italia hanno superato in numero quelli in età pediatrica, questo grazie al fatto che le terapie mediche e chirurgiche consentono oggi al 90% dei bambini affetti da cardiopatie congenite di diventare adulti.