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31
OTT
2018

Nasce ‘Transition Clinic’ per cardiopatici congeniti adulti

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Sedicenni non più pazienti pediatrici; Milano e Torino capofila

(ANSA) – MILANO, 31 OTT – Ogni anno in Italia 2000 sedicenni
con una cardiopatia congenita lasciano le strutture pediatriche
che li hanno seguiti dalla nascita, perdendo così l’assistenza
specialistica costante di cui hanno bisogno. Del 50% di essi non
si ha più notizia, se non quando, per un’emergenza legata alla
loro cardiopatia, si recano a un pronto soccorso dove però non
trovano specialisti in grado di supportarli.
Lo denunciano 2 Centri specialistici di cardiopatie congenite
degli adulti: quello del Policlinico di San Donato Milanese e
quello dell’Ospedale Regina Margherita di Torino annunciando la
creazione della ‘Transition Clinic’, prima funzione ospedaliera
per il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, destinata a
diventare ‘modello nazionale’. In ballo c’è la salute cardiaca
di migliaia di giovani, chiamati ‘cuori invisibili’ perché
sfuggono alle cure rischiando la vita. In questo progetto si
inserisce anche l’Associazione Cardiopatici Congeniti Adulti
(AICCA) che intende realizzare una rete sociale nazionale per
raggiungere e informare anche i giovani del sud dove ci sono
pochi centri specialistici, sottolineando pure che a tutti i
cittadini italiani con cardiopatie congenite (sono circa 100
mila) manca il riconoscimento di invalidità da parte dell’INPS.
“Le cardiopatie congenite complesse sono moltissime. Tra le
più comuni la Tetralogia di Fallot, le atresie polmonari, la
trasposizione dei grandi vasi”, spiega Massimo Chessa che
coordina il Progetto per i Cardiopatici congeniti adulti del
‘San Donato’, secondo cui l’intervento chirurgico “consente la
sopravvivenza ma spesso lascia cicatrici su cui poi va a
svilupparsi un’aritmia, così come l’apertura di una valvola
salva sì una vita ma può portare a un’insufficienza polmonare”.
“Condizioni che devono essere monitorate costantemente anche
in età adulta – dice Gabriella Agnoletti responsabile del centro
Cardiopatie congenite dell’adulto del ‘Regina Margherita’ – Se
ad esempio i cardiopatici congeniti con ipertensione polmonare
non vengono trattati correttamente e tempestivamente, hanno un’
aspettativa di vita di 40 anni, che però sale a 60-70 se invece
sono sottoposti a terapie specifiche e puntuali”.
In particolare, a Torino c’è anche la prima Clinica italiana
per il parto di giovani con difetti cardiaci alla nascita,
istituita grazie alla collaborazione tra il ‘Regina Margherita’
e il Sant’Anna’. “Qui – conclude Agnoletti – siamo in grado di
seguire con successo anche le gravidanze di ragazze affette da
Ipertensione polmonare”. (ANSA).

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