Fragilità e cardiopatie congenite: capire e prevenire la “frailty”
- Massimo Chessa

- 12 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Negli ultimi anni, sempre più persone nate con una cardiopatia congenita arrivano all’età adulta grazie ai grandi progressi della medicina e della cardiochirurgia. Questo è un successo straordinario, ma porta con sé nuove sfide: una di queste è la fragilità, conosciuta anche con il termine inglese frailty.
Il termine frailty è sempre più utilizzato in medicina perché racchiude un concetto più ampio della semplice “debolezza fisica”. Indica una condizione di vulnerabilità generale, in cui l’organismo ha meno riserve di energia e fatica a reagire agli stress della vita quotidiana, come un’infezione, un intervento o anche un cambiamento nelle abitudini. Non si tratta solo di un fenomeno legato all’età: anche persone giovani con cardiopatia congenita possono essere “fragili”, a causa del peso cumulativo degli interventi, delle cicatrici cardiache, di una ridotta capacità di esercizio o di un metabolismo alterato.
Riconoscere la fragilità è importante perché ci aiuta a capire quali pazienti rischiano di più e come possiamo proteggerli meglio. Valutare la frailty significa guardare non solo al cuore, ma alla persona nel suo insieme: forza muscolare, alimentazione, tono dell’umore, capacità di movimento e qualità della vita.
Spesso, un percorso di prevenzione e riabilitazione personalizzato, che includa esercizio fisico controllato, supporto nutrizionale e attenzione agli aspetti psicologici, può fare una grande differenza. L’obiettivo non è solo “curare” la cardiopatia, ma aiutare ogni paziente a mantenere l’autonomia, l’energia e la fiducia nel proprio corpo.
Per questo, la gestione moderna dei cardiopatici congeniti si basa sempre più su un approccio multidisciplinare, dove cardiologi, fisioterapisti, nutrizionisti e psicologi lavorano insieme per migliorare la qualità e la durata della vita.
La frailty non deve essere vista come una condanna, ma come un segnale prezioso: ci ricorda che la salute non dipende solo dal cuore, ma dall’equilibrio di tutto l’organismo.
Per chi desidera approfondire questo tema, è disponibile un interessante webinar della rete europea GuardHeart, dedicato proprio alla fragilità nei pazienti con cardiopatia congenita.👉 Scopri di più sul webinar
Massimo Chessa




Commenti